In questa sezione del menu sono riportate utili informazioni riguardanti il Fondo Sociale Europeo (FSE), strumento fondamentale nell'ambito della formazione finanziata.

Tutte le regioni degli Stati membri dell’Unione europea devono essere coinvolte nell’impegno comune per lo sviluppo e tutte le persone residenti nell’Unione devono essere messe in condizione di dare il loro contribuito alla crescita del benessere comune.
Solo così l’Ue potrà impiegare il suo potenziale economico e le risorse che derivano dal cosiddetto capitale umano, ossia le menti, l’intraprendenza, l’iniziativa, lo spirito imprenditoriale dei cittadini.
Perchè questo avvenga è necessario programmare azioni e prevedere strumenti finanziari per eliminare le disparità e il dislivello tra gli Stati e tra le regioni.
L'Unione europea comprende oggi 27 Stati membri che costituiscono una comunità e un mercato interno di 493 milioni di cittadini. Fra questi Stati e fra le 268 regioni dell’Ue si riscontrano profonde disparità economiche e sociali.
Lo svantaggio di un singolo territorio provoca una perdita economica per tutti gli altri. Una regione su quattro ha un Pil (prodotto interno lordo) pro capite inferiore al 75 per cento della media dell'Unione europea. Tali regioni, a sviluppo lento o parziale, in via di ristrutturazione o penalizzate da ostacoli geografici, economici e sociali, hanno bisogno del sostegno europeo per risolvere i problemi e superare le difficoltà.
Solo rafforzando la competitività regionale nell’intera Unione e aiutando le persone a impiegare le proprie capacità si darà slancio all’economia Ue nel suo complesso a beneficio di tutti.
Questo, in sintesi, il significato della politica di coesione e dei Fondi strutturali nella fase di programmazione per il periodo 2007-2013.
In un momento cruciale del processo di integrazione europea, con la ricorrenza del cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma e l’avvio della Conferenza intergovernativa che darà alla luce il nuovo Trattato di Riforma delle Istituzioni europee, Roma e Lisbona paiono unite da un ponte ideale che dal passato le proietta verso il futuro, dalla città-simbolo della fondazione del sistema istituzionale europeo alla strategia di quella città - Lisbona - simbolo del moderno paradigma europeo fondato su innovazione e competitività.